Raffaello Sanzio fu uno dei più grandi artisti del Rinascimento e di tutti i tempi. Famoso pittore nato a Urbino, dal 1508 al 1520, anno della sua morte, si dedicò alla decorazione delle pareti di quattro sale in Vaticano.
Oggi i suoi affreschi, realizzati con il supporto di diversi allievi, molti dei quali ignoti, fanno parte dei Musei Vaticani. Raffaello vi lavorò fino agli ultimi giorni della sua vita e i lavori vennero terminati quattro anni dopo dai suoi collaboratori.
Le stanze vaticane di Raffaello
Fu il Bramante, già architetto pontificio della Basilica Vaticana, a dare il via alla collaborazione di Raffaello con gli ambienti papali, suggerendo al pontefice Giulio II il suo nome. Subito gli furono commissionati i lavori di decorazione delle stanze papali, situate al secondo piano del Palazzo Apostolico. Fu poi Papa Leone X ad affidargli la grande opera pittorica che tutti oggi conosciamo.
Raffaello, insieme ai suoi allievi lavorò alla Sala della Segnatura, alla Sala di Eliodoro e alla Sala intitolata all’Incendio di Borgo. Non fece in tempo ad affrescare l’ultima stanza, la Sala di Costantino, che venne realizzata da altre maestranze seguendo i suoi disegni. Le Stanze Vaticane furono utilizzate da diversi papi fino alla fine del XVI secolo, l’ultimo fu Gregorio XIII.
La stanza della Segnatura
Il nome di questa stanza riporta al più prestigioso tribunale della Santa Sede, la “Segnatura Gratiae et Justitiae”, che era presieduto dal Papa. Egli soleva riunirsi in questa sala, utilizzata come biblioteca e come studio. Raffaello lavorò qui dal 1508 al 1511, per tre anni e la stanza è suddivisa in 13 sezioni. Nell’ottagono al centro si possono ammirare dei putti che sostengono lo stemma papale Della Rovere mentre nei tondi principali sono raffigurate Filosofia, Teologia, Poesia e Giustizia.
I riquadri angolari, realizzati con la tecnica a finto mosaico, sono in stretta correlazione con le personificazioni raffigurate nei tondi. Stesso discorso per le lunette, che per una lettura migliore vanno associate ai tondi e ai riquadri. Nella sala della Segnatura si possono vedere tra gli affreschi più importanti la Scuola di Atene, il Parnaso, la Virtù e la Legge, la Disputa del Sacramento.
La stanza di Eliodoro
Situata tra la Sala della Segnatura e quella di Costantino, la stanza di Eliodoro affaccia sul cortile del Pappagallo e ospita otto affreschi. Sono collocati nella volta, nelle lunette e ai lati della stanza.
Raffaello cominciò a lavorarvi nel 1511 e terminò il suo lavoro nel 1514. Qui si può notare come lo stile del pittore stia mutando, influenzato dall’arte di Michelangelo e da quella degli artisti veneti del tempo. Si può avvertire come la composizione sia più libera e meno improntata alla simmetria, con colori compatti ed ombre più marcate e cupe.
Anche in questa sala è bene osservare in maniera corale le rappresentazioni della volta e quelle delle lunette. Si possono ammirare la Liberazione di San Pietro e Scala di Giacobbe a nord e l’Incontro di Leone Magno con Attila e Apparizione di Dio a Noè, nella parte ovest. La Messa di Bolsena e il Sacrificio di Isacco si trovano nella lunetta e nella volta a sud e La cacciata di Eliodoro dal tempio e il Roveto ardente nel lato est della sala.
La stanza dell’Incendio di Borgo
Fu l’ultima sala terminata da Raffaello, tra il 1514 e il 1517 ed è dedicata a Papa Leone X. L’artista si dedicò alle lunette e alla volta, già decorata nel 1507 dal Perugino. Molto visibile lo stile del pittore urbinate che realizzò gli affreschi collegandoli con quelli realizzati in precedenza dal suo maestro, il Perugino.
Come per le altre sale anche qui è stretto il rapporto tra le raffigurazioni presenti nelle lunette e nella volta. Nelle lunette si possono ammirare l’Incendio di Borgo a sud, l’Incoronazione di Carlo Magno a ovest, il Giuramento di Leone III a nord e la Battaglia di Ostia a est.
Le volte rappresentano Cristo come Sol Justitiae e Cristo tentato dal demonio a sud e Padre in trono tra angeli e cherubini a est. Ad ovest è raffigurata la Trinità tra gli Apostoli e a nord Cristo tra la Misericordia e la Giustizia.
La stanza di Costantino
La stanza di Costantino fu assegnata a Raffaello da Papa Leone X nel 1517 ma non fu mai completata dall’artista che passò a miglior vita nel 1520. Furono Giovan Francesco Penni, Giulio Romano e Raffaellino del Colle, suoi allievi, a completare l’opera sulla base dei suoi disegni.
In questa stanza vaticana si possono vedere il Battesimo di Costantino, la Battaglia di Costantino contro Massenzio, la Visione della Croce con la battaglia di Ponte Milvio. Un altro affresco riguarda la Donazione di Roma, cioè la donazione che Costantino fa della città a Papa Silvestro I.