Il tempio dorico di Piazza Castello a Taranto è uno dei simboli più antichi della città pugliese. Furono i coloni ellenici oltre duemila anni fa a costruire l’acropoli, centro politico, religioso e monumentale della nuova città dove si trovava la Città Vecchia.
Proprio nel cuore della parte più antica, nella zona di Piazza Castello, furono rinvenuti importanti resti del tempio. Ciò avvenne dopo l’Unità d’Italia grazie ai lavori di riqualificazione e di restauro della zona. Nel vicolo tra Palazzo Mastronuzzi e il Municipio furono portati alla luce frammenti di colonne, capitelli e altre parti della peristasi della struttura.
A seguire lo studio del tempio fu l’archeologo Luigi Viola che alla fine dell’Ottocento ritrovò diverse colonne ancora in buono stato, conglobate nella chiesa della SS. Trinità. Questa chiesa sorgeva dove oggi si trova il conservatorio Paisiello. Per l’evidente difficoltà ad effettuare carotaggi e scavi all’interno della chiesa, l’archeologo non poté avere grandi certezze in merito al tempio. Egli ritenne che l’edificio fosse stato dedicato a Poseidone, Dio del mare, vista la vocazione marittima della città di Taranto.
Negli anni Settanta, precisamente nel 1973, Palazzo Mastronuzzi, la chiesa della SS. Trinità e il monastero dei Celestini ormai in rovina vennero demoliti. In quell’occasione la soprintendenza dei Beni Archeologici recuperò le colonne all’interno della chiesa e provvide al loro restauro conservativo. Anche vent’anni dopo, tra il 1992 e il 1993, furono eseguiti altri lavori per rendere più agevole l’accesso all’area monumentale.
Grazie agli scavi si è potuto capire che nel livello più basso, quello del banco di carparo, sia internamente che esternamente alla peristasi, ci sono tracce che attestano la presenza di un edificio. Con molta probabilità è una costruzione risalente alla colonizzazione ellenica.
Edificio sacro di Taranto
Del tempio oggi restano tre colonne di ordine dorico scanalate appartenenti al colonnato settentrionale. In origine le colonne che formavano il tempio erano almeno tredici. Sono alte 8,47 metri ed hanno un diametro di 2,05 metri. Sono state edificate con della pietra in carparo, probabilmente estratta nei pressi del tempio dove si trovano diverse cave da cui ricavare il materiale.
La datazione del tempio viene fatta risalire al termine del primo venticinquennio del VI secolo a.C. Per questo il tempio di Taranto è ritenuto l’edificio sacro greco più antico della Magna Grecia. Durante il Medioevo con molta probabilità il tempio divenne un luogo di culto cristiano ma anche un posto utilizzato per altri lavori. Qui infatti furono trovati granai, vasche di decantazione dell’argilla e silos.
Anche se Viola lo classificò come edificio dedicato a Poseidone, la sua sembra un’ipotesi poco probabile. Innanzitutto perché i coloni non erano avvezzi al culto delle divinità marittime. Molto più convincente la teoria che il tempio fosse dedicato ad una dea, in particolare una tra Era, Persefone o Artemide. La spiegazione regge in quanto su via Duomo negli anni passati fu ritrovata una stipe votiva contenente delle statuette in terracotta rappresentanti una figura femminile.
A Taranto il tempio dorico non è il solo edificio presente sull’acropoli. Le fondazioni di un altro tempio sono tornate alla luce dopo gli scavi nel chiostro del convento di San Domenico. Le dimensioni sono simili ma si posseggono meno elementi utili ad una sua datazione precisa. Difficile risalire anche a quale Dio o dea fosse intitolato il tempio. Ciò che oggi resta dell’imponente tempio dorico di Taranto, ovvero le sue colonne, testimonia la bellezza dell’acropoli. Esse sono visibili sia da terra che arrivando dal mare.
Tra gli altri edifici religiosi di Taranto, si possono ricordare la chiesa di San Domenico Maggiore, quella della Santissima Croce e la cattedrale di San Cataldo. Altri edifici religiosi di pregio sono la chiesa di Sant’Anna e la concattedrale Gran Madre di Dio.
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