Costruire una veranda sul balcone, purtroppo, non sempre è possibile. Soprattutto se si abita in un condominio infatti è necessario attenersi a determinati regolamenti che possono in qualche modo interferire con i tuoi progetti.
Poiché la normativa di riferimento (DPR del 6 giugno 2001 n. 380), così come l’articolo 10 e 22 del testo unico edilizio sono troppo generali, si consiglia di sfruttare la risoluzione di casi reali come la sentenza della Cassazione, sez. Feriale, 1° ottobre 2012, n. 37713 che, descrivendo un caso concreto, fornisce utili chiarimenti.
Perché realizzare una veranda sul balcone?
La domanda è banale così come la risposta: visto che la veranda è una struttura chiusa, la sua realizzazione permette di guadagnare nuovo spazio. Questa esigenza è tanto più sentita quanto più la casa è piccola. Il fatto che venga considerata anche una struttura fissa, pur se realizzata con vetro e legno, quindi con elementi removibili, obbliga a richiedere il permesso di costruire al proprio Comune.
Spesso l’aspetto burocratico non è l’unico freno alla realizzazione della veranda sul balcone. Pur avendo bisogno di aumentare la volumetria dell’appartamento, ci si pone il problema di come arredare e organizzare questo nuovo spazio. Gli spunti di riflessione in materia sono davvero tanti e se volessi informarti sotto questo aspetto ti consiglio di seguire i suggerimenti su come arredare una veranda in qualsiasi stile, in questa utile risorsa in pdf.
Vediamo allora quando è possibile realizzare questo genere di strutture e come sarà eventualmente necessario procedere.
Trasformare il balcone in veranda in un condominio
Come accennavamo prima, costruire una veranda in uno dei balconi condominiali può presentare qualche difficoltà. La presenza di simili strutture ha un peso amministrativo e civile: determina infatti il cambiamento del titolo edilizio dell’edificio ed incide sul concetto di decoro architettonico.
Costruire una veranda potrebbe in qualche modo lenire i diritti degli altri condomini magari togliendo loro la possibilità di affaccio o di veduta. Insomma: dovrai faticare un po’ prima di essere certo di poter godere di questa stanza accessoria in tutta tranquillità.
Permessi edilizi
Se abiti in un condominio e vuoi realizzare una veranda nel tuo appartamento dovrai innanzitutto verificare che ciò ti sia consentito. Successivamente dovrai ottenere un provvedimento amministrativo. Questo documento, noto anche come titolo abilitativo edilizio, ti permetterà di apportare delle modifiche agli spazi di tua competenza senza per questo essere accusato di violare delle norme specifiche o correre il rischio di incappare in procedimenti penali.
Diritti degli altri condomini
A questo punto comunque sarai ancora a metà dell’opera. In poche parole avrai ottenuto gli strumenti per dimostrare che hai il diritto di intervenire su quel determinato balcone, almeno teoricamente. Il tuo progetto infatti dovrà superare anche il vaglio della legittimità civilistica dell’opera. Questo significa che, come accennavamo già prima, la struttura non dovrà in alcun modo privare gli altri condomini dei loro diritti o delle loro comodità. Se la tua veranda insomma ostruisse la visuale al vicino di pianerottolo o togliesse a qualcuno la possibilità di lasciare entrare in casa aria e luce, sarebbe da ritenersi illegale.
Tieni presente inoltre anche la distanza che separerà la struttura dagli altri balconi o dalle finestre altrui. Se l’edificio in cui tu abiti ha uno sviluppo essenzialmente verticale, il problema si pone ovviamente soltanto nei confronti dei vicini di pianerottolo. In genere non potrai costruire a meno di tre metri dai balconi e dalle finestre di questi ultimi. Rispetto al condomino del piano di sopra invece il ballatoio del relativo balcone fungerà da tetto della veranda, struttura che comunque non sporgerà mai oltre i limiti della tua ringhiera.
Trasformare un balcone in veranda potrebbe voler dire anche agire su parti edilizie da ritenersi pubbliche e non di tua esclusiva competenza (p.es. i frontalini) o ledere il decoro dell’edificio. Per evitare problemi anche sotto questo punto di vista, ti consigliamo di richiedere l’autorizzazione dell’assemblea. Inoltre procurati anche una relazione tecnica che possa in qualche modo analizzare l’effettiva incidenza della tua scelta in termini di decoro urbano e condominiale.
Esempio pratico
Poniamoci adesso in un caso particolare: facciamo finta che il tuo appartamento abbia una struttura architettonica tale per cui balcone e terrazzo siano collegati. In questo caso potrai costruire tranquillamente una veranda. Sarai libero di collocarla anche al di fuori dei limiti imposti dalle dimensioni del balcone ossia di far sì che essa copra del tutto il terrazzo rendendo quindi invisibile agli altri condomini il terreno di tua pertinenza. Chiaramente la zona strabordante rispetto ai limiti normalmente riconosciuti avrà distanza dal balcone superiore, ossia dal ballatoio di chi abita sopra al tuo appartamento, regolata dai limiti di legge (art. 907 c.c.).
Aspetto civile
Passiamo adesso all’aspetto civile del problema. Qualora tu vivessi in un edificio storico la situazione sarebbe ancora differente dato che le restrizioni in tal senso sarebbero comprensibilmente maggiori e più importanti.
Detto ciò, vogliamo comunque precisare un particolare: alcuni condomini, anche in presenza di tutti i suddetti incartamenti e delle autorizzazioni del caso, potrebbero comunque agire singolarmente per impedirti di costruire la veranda dei tuoi sogni. Da qui la necessità di essere sempre in regola con la documentazione dell’immobile e con quella relativa alla realizzazione della struttura.
Possibili conseguenze
Ma ammettiamo che tutto sia andato per il verso giusto e che tu abbia potuto tranquillamente costruire la veranda dei tuoi sogni. Cosa cambierà all’atto pratico? Avrai a che fare con una variazione delle tabelle millesimali. Per legge tale variazione sarà considerata nei documenti ufficiali soltanto se la superficie coperta realizzata ha un’estensione pari o superiore ad 1/5 del valore proporzionale dell’immobile.